Assistenti virtuali: utili in privato, imbarazzanti in pubblico

Siri, Alexa e Cortana. Solo il 6% degli utenti non si vergogna a usarli davanti ad altre persone

 

Ci aiutano a scegliere prodotti da acquistare, a organizzare le nostre giornate, forniscono informazioni utili e rispondono a tutte le nostre domande, eppure ci vergogniamo di loro. Gli assistenti virtuali rappresentano una comodità assoluta per gli amanti della tecnologia, dato che permettono libertà di movimento e un notevole risparmio di tempo.

Siri, Alexa, Ok Google e Cortana sono i più famosi maggiordomi digitali attualmente disponibili, i capostipiti dell’interazione vocale tra uomo e macchina. Da una studio condotto dalla società statunitense Creative Strategies emerge un quadro molto chiaro del reale utilizzo di queste applicazioni; la maggior parte delle persone si vergogna ad interagire in pubblico.

Le statistiche confermano che solo il 6% degli utenti è disposto a parlare con gli assistenti virtuali davanti a terze persone. Se è vero che il 96% dei possessori di smartphone Android dichiara di aver usato Ok Google almeno una volta, e che il 98% tra coloro che possiedono un iPhone ha interagito con Siri, è altrettanto vero che questo avviene soltanto in privato.

La maggioranza degli intervistati afferma infatti di preferire luoghi chiusi e al riparo da sguardi e orecchie indiscrete per porre domande a Siri, magari per ottenere una risposta divertente piuttosto che un’informazione utile.

Il luogo considerato più consono è l’auto, dove la necessità di avere le mani libere e di accedere alle informazioni è maggiore; basti pensare alle previsioni del tempo, alle indicazioni stradali e agli aggiornamenti delle news. Alcuni utenti li utilizzano anche in casa, ma solo per avere informazioni specifiche; ancora non è diventata un’abitudine.

Ma perché questo imbarazzo? Probabilmente alla preoccupazione di essere giudicati o derisi. L’interazione con una voce artificiale è ancora per molti una fonte di disagio, forse perché il parlare con una persona non reale può sembrare stupido o futile.

Probabilmente l’atteggiamento dell’uomo riguardo queste entità virtuali in futuro sarà totalmente diverso e il dialogo con una macchina ci sembrerà talmente normale da farci dimenticare questo imbarazzo iniziale. Come avviene nel film Her, in cui il personaggio interpretato da Joaquin Phoenix si rifugia nel dialogo virtuale con la sua assistente telematica per dimenticare la solitudine della vita reale, tanto da innamorarsi di un’immagine di donna perfetta che lo ascolta e lo incoraggia, anche se non esiste.

 

 

Autore: Ilaria La Bua

Blogger curiosa e sempre in cerca di nuove sfide. Sono laureata in Lingue e Letterature Straniere ma ho una vera e propria passione per la tecnologia, la fantascienza e il mondo dell'informazione. L'imprenditoria digitale mi ha fatto scoprire straordinarie forme nuove di comunicazione, permettendomi di mettere alla prova il mio amore per la scrittura.

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