A quasi 5 anni dal lancio Juno raggiunge finalmente l’orbita di Giove

 

Un viaggio spettacolare quello effettuato dalla sonda Juno; quasi cinque anni e quasi 3 miliardi di chilometri per raggiungere il pianeta più grande del sistema solare, dove nessun veicolo spaziale era mai giunto prima. Un evento storico senza precedenti che ha tenuto col fiato sospeso milioni di persone.

Erano le 20.30 in California, le 3.35 del mattino del 5 luglio in Italia,  quando è arrivata la conferma dell’arrivo nell’orbita di Giove, con grande gioia del quartier generale della NASA e di tutto il mondo scientifico. Una manovra perfetta, risultato di 11 anni di studi specifici e calcoli approfonditi, che le ha consentito di rallentare 35 minuti prima di inserirsi nel campo gravitazionale.

Missione compiuta dunque; un compito gravoso e con un margine di errore davvero ristretto che Juno ha portato a termine nel migliore dei modi, probabilmente uno dei lanci più complessi tra quelli effettuati finora. La navicella a propulsione solare, del peso di circa 3 tonnellate e mezzo, accumula energia attraverso l’uso di speciali pannelli ed è dotata di uno scudo blindato che ne protegge la delicata strumentazione.

La sonda deve la sua realizzazione anche a un team di scienziati italiani, che hanno progettato due degli strumenti collocati a bordo. Si tratta di JIRAM (Jupiter InfraRed Auroral Mapper) una macchina fotografica che consentirà la mappatura esatta delle aurore e di effettuare le rilevazioni negli strati più esterni dell’atmosfera e di un transponder in banda Ka per compiere studi gravitazionali. Il contributo per Jiram arriva direttamente dall’Agenzia Spaziale Italiana in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica per il progetto e da Leonardo-Finmeccanica per la realizzazione.

La lunga odissea di Juno infatti non è ancora giunta al termine; i prossimi mesi saranno cruciali per raccogliere dati scientifici fondamentali per lo studio della struttura interna del pianeta, che finalmente potrebbe svelarci tutti i suoi segreti.

Un grande successo quindi, un’opportunità unica per le comunità scientifiche di tutto il mondo. Come afferma Roberto Battiston, Presidente dell’Asi: “Juno è una missione storica che vede ancora una volta Nasa e Asi insieme alla ricerca di informazioni fondamentali per spiegare le origini del sistema solare. Lo studio di Giove è anche una grande sfida scientifica e tecnologica a cui l’Italia partecipa con due strumenti all’avanguardia grazie a Inaf e a industrie come Leonardo Finmeccanica e Thales Alenia Space.

Questa missione dimostra come la comunità scientifica italiana giochi un ruolo di primissima importanza, inoltre la partnership storica con la Nasa si è dimostrata una cruciale opportunità di crescita sia delle aziende che dei ricercatori italiani. Lavorare fianco a fianco con l’agenzia spaziale numero uno al mondo ha permesso un salto di qualità immenso per il sistema paese”.  

 

 


 

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