smart car cruscotto

Un progetto basato sulle nanotecnologie per proiettare immagini ad alta risoluzione sul cruscotto

 

La sicurezza innanzitutto, soprattutto quando siamo a bordo delle nostre auto e dobbiamo fare i conti con il traffico cittadino. L’idea di una smart car, capace di migliorare autonomamente le condizioni di guida diventa sempre più accattivante e, a guardare gli ultimi prototipi, sempre più vicina.

Il progetto MILEDI (MIcro QD-LED/OLED DIrect patterning) è uno dei fiori all’occhiello della ricerca europea, realizzato in collaborazione con l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e altri nove partner, tra cui il Centro Ricerche FIAT.

miledi enea car

 

L’idea su cui si basa è quella di impiegare nanotecnologie, laser e materiali innovativi per implementare sulle auto dei dispositivi, in grado di proiettare direttamente sul cruscotto le immagini ad alta risoluzione dei navigatori.

Sarà quindi possibile visualizzare mappe, percorsi, statistiche e tutti i dati forniti da radio e navigatori in tempo reale, senza installare singoli display, contribuendo a mantenere bassi i consumi e ad aumentare il valore delle vetture, regalando un tocco hi-tech in più al design.

Come funziona questo tipo di tecnologia?

La tecnologia ‘quantum dot display’, schermi a punti quantici, è sostanzialmente quella che vediamo ogni giorno sugli smartphone, sugli smart glasses e sulle macchine fotografiche più avanzate.

A spiegare il funzionamento del cruscotto è Francesco Enea, uno dei ricercatori dell’ENEA del Laboratorio Micro e Nanostrutture per la Fotonica e coordinatore dei questo ambizioso progetto.

miledi enea

“Questi display ipertecnologici utilizzano nanocristalli semiconduttori che emettono luce quando sono pompati da una corrente o da altre sorgenti luminose. E proprio la qualità e la luminosità dei colori, insieme ai bassi consumi energetici, hanno fatto crescere l’interesse del settore automotive, e non solo”.

Fondamentale dunque continuare a investire nella ricerca, soprattutto nei settori della fotonica e delle micro e nanotecnologie perché, come aggiunge lo stesso Antolini, “Nel giro di pochi anni  i micro display potrebbero essere prodotti a prezzi competitivi rispetto agli altri tipi di schermi hi-tech basati ad esempio sulla tecnologia LCD”.

 

 


 

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