Cubimorph, uno schermo touch componibile che ricorda il cubo di Rubik

 

Il concetto di smart device è qualcosa di astratto e mutevole, che ogni giorno viene rivoluzionato da imprese sempre più ambiziose e innovative.

È questo il caso di Cubimorph, un prototipo di cellulare componibile frutto della collaborazione tra la Dottoressa Anne Roudant, del Dipartimento di Scienze Informatiche della prestigiosa University of Bristol, e alcuni ricercatori degli atenei di Purdue, Sussex e Lancaster.

L’unico esempio di smartphone modulare annunciato finora è quello in fase di elaborazione da parte di Google denominato Project Ara, su cui in realtà si sa ben poco.

Composto da una concatenazione tanti piccoli cubi mobili e dotati di touchscreen su ogni lato, è strutturato in modo da poter assumere qualunque forma si desideri. L’ispirazione del meccanismo sembra provenire da quella del cubo di Rubik, poi rielaborata per consentire una maggiore libertà di movimenti e porre meno limiti alla creatività.

Ogni variazione di forma del dispositivo è possibile grazie ad uno speciale algoritmo che permette di determinare la mossa più corretta nel miglior tempo possibile, il tutto senza richiedere eccessivi sforzi da parte dell’utente.

Le possibilità sono infinite: che sia un semplice triangolo o una forma più articolata, Cubimorph può persino trasformarsi in un controller di gioco o in una console a tutti gli effetti.

Per vedere un film basterà poi riportarlo alla classica forma orizzontale e utilizzarlo come un normale cellulare di nuova generazione. Al momento non è prevista una realizzazione in serie del prodotto, né una relativa messa in commercio; le problematiche da risolvere sono ancora molte e richiedono tempistiche lunghe.

L’ostacolo più difficile da superare sembra essere quello della collocazione della batteria, troppo ingombrante per essere spostata come le altre componenti. A questo si aggiunge la necessità di ridurre al minimo lo spazio tra un cubo e l’altro per permettere al meccanismo di diventare più scorrevole ed evitare che si inceppi.

Anche se allo stato attuale è solo un prototipo non funzionante, che verrà presentato a breve in occasione della International Conference on Robotics and Automation di Stoccolma, potrebbe comunque rappresentare un punto di partenza per innumerevoli altre forme di sperimentazione.

 

 


 

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